TORINO - Mago Zizou compie 40 anni. Mago perché Zinedine Zidane , in campo, regalava con il pallone tali magie che a volte erano pure i tifosi avversari ad applaudirlo. “Quarant’anni e non sentirli”, però, non pare il detto più appropriato visto che in una intervista a France Football per i suoi primi 40 anni ha detto: «Ero sicuramente più felice su un campo di calcio, era la vita che sognavo. Ora, attraverso momenti completamente differenti e la felicità è diversa». Il destino di chi è salito e vissuto in cima è anche questo: essere costretti, col tempo che passa, a guardare quella vetta che fa parte, inesorabilmente, del passato.
«ALTRO PIANETA» - Nel passato juventino di Zidane, bianconero dal 1996 al 2001, c’è posto per i trofei più importanti vinti con compagni che, quando parlano del francese, lasciano trasparire la stessa ammirazione che provavano quando giocavano al suo fianco. E tra coloro che, per ruolo, hanno più avuto a che fare con quella maglia numero 21 c’è Alessio Tacchinardi: «Incredibile, 40 anni! Il tempo passa per tutti, anche per Zizou. A lui i migliori auguri che si possano fare. Di Zidane non posso che conservare ricordi bellissimi sia dal punto di vista umano che calcistico. Era una persona di una educazione ed eleganza fuori dal comune. Ricordo che dopo una partita in cui gli avevo servito pochi palloni, dandone invece molti di più a Del Piero , mi aspettò nel corridoio che portava allo spogliatoio e con un tono da gentiluomo mi disse «Scusa Alessio, ma perché mi hai passato così poche volte il pallone?». Rimasi in imbarazzo non solo per ciò ché mi stava chiedendo ma soprattutto per il modo. Per la soggezione gli risposi di getto che aveva ragione. In campo, poi, gli ho visto fare giocate stratosferiche. Era davvero un giocatore di un altro pianeta. Mi viene sempre in mente la rete pazzesca che seppe fare a Reggio Calabria contro la Reggina. Con una finta si liberò di tre difensori e quindi sparò un missile in porta. Dopo quel gol, ogni qual volta la palla si fermava durante la partita, io mi avvicinavo e gli ripetevo “Oh, ma come hai fatto? Ma ti rendi conto della rete che hai segnato?”. Il problema è che la gente ha visto la metà della sua classe. Io che mi allenavo insieme, gli ho visto trattare il pallone con una classe ineguagliabile. Sotto la suola, con il destro e il sinistro che si piegavano grazie a caviglie vellutate, di un altro pianeta, un marziano. Ha avuto un solo difetto: era troppo generoso in partita. Ma era talmente forte e più forte degli altri che spesso lasciava la palla al compagno da spingere in rete. Avrebbe dovuto segnare molti più gol di quelli che ha realizzato in carriera». E in effetti 24 centri in 151 gare in bianconero stridono con quello che era il suo potenziale. «In giro non ho mai più visto giocatori con la sua classe. Quando sono andato al Villarreal ho conosciuto Riquelme che un po’ gi assomigliava ma non ha mai raggiunto il suo livello. So che il figlio di Zizou gioca bene a pallone, magari saprà portare avanti la generazione Zidane».
SOLDATINO DI LIVIO - Elogi e parole d’affetto anche da parte di Angelo Di Livio, che spesso la fascia la faceva su imbeccata millimetrica proprio di Zidane: «Almeno l’età passa per tutti ugualmente... Tanti auguri a Zizou. Ho un ricordo sempre positivo, è stato un grandissimo campione. La sua timidezza era evidente ma a volte si trasformava in furbizia e allora faceva scherzi o anche battute. A livello tecnico penso sia stato il più forte trequartista in assoluto dell’ultima generazione. Era stimolante giocare con lui, ti dava sempre la palla giusta e ti dava una mano anche in fase di non possesso. Difficile pensare di vedere un nuovo Zidane, nessuno al momento si avvicina lui. Alla Juve ricordo che aveva iniziato non benissimo, poi si sbloccò facendo gol all’Inter. Da quel momento diventò devastante e la squadra ne beneficiò. Un giocatore di un altro pianeta».
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